Ve lo dico Nutro & Crudo...
CONSULENZA FILOSOFICA, DONNE E LAVORO
La pratica filosofica
pro-muove, mediante il dialogo, l’apertura alla comprensione di
un’impasse specificamente esistenziale.
Da Socrate a Gerd
Achenbach, fondatore della Philosophische
Praxis, ciò che emerge da una coerente
indicazione filosofica, dall’osservazione critica di sé e del
mondo, non è la risposta, bensì la ricerca
delle possibilità che il pensiero può suggerire rispetto alle
domande della vita quotidiana e cosciente.
Il dialogo,
liberatosi dai vincoli del metodo, conferisce mutevolezza al vissuto
del consultante, che investe sulla realtà in modo volontario e
prospettico.
La cre-azione di sé,
suggerita dalla rinnovata visione del mondo
e mediata dall’immaginazione,
im-pone all’individuo l’attenzione al “fare”, una
riflessione sull’
ancora da poter
realizzare.
Il discorso sulla
differenza di genere, relativo alla sfera lavorativa in rapporto a
quella familiare, si presta in modo esemplare alle dinamiche
relazionali della consulenza filosofica.
L’amore per la
famiglia e un lavoro inconciliabile con essa, il disagio di escludere
l’una o l’altro, una situazione lavorativa e familiare non
corrispondenti alle aspettative, nella vita di una donna, sono
difficoltà originate dalla mancata Cura di Sé. Difatti, l’univoca
rappresentazione della figura femminile nella società, in un senso e
nell’altro, demarca il confine tra pubblico e privato, tra
razionale e emozionale, tra ambiti che dovrebbero essere
complementari, piuttosto che il risultato di un’assimilazione delle
proprie esigenze all’universo maschile.
L’approccio alle
capacità può ritenersi dunque valido, sia
per il riconoscimento delle attitudini professionali e/o creative,
sia per la consapevolezza che queste conferiscono alla realizzazione
di una vita fiorente.
Se il lavoro è la
capacità per antonomasia di realizzazione di sé, nonostante le
evidenti difficoltà strutturali che caratterizzano l’occupazione,
è necessario che le donne perseguano il tempo politico della
differenza e conseguano lo spazio giuridico
dell’autodeterminazione.
Stefania
Vacca, counseler e filosofa napoletana
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